<<Ho utilizzato degli strumenti, smatphone e tablet, in principio nati per altri scopi quali principalmente la comunicazione fra le genti, come tele digitali sulle quali trasferire il mio pensiero artistico.>>
L’immaginazione, la creatività scorre veloce tra le dita che diventano a loro volta pennelli digitali attraverso frame e immagini raccolte in qualunque dove e che danno forma con l’ausilio e la potenza di calcolo di App di editing fotografico ad un lavoro complesso. 
La velocità di esecuzione consente di non perdere mai di vista il filo conduttore che unisce le varie tavole. I lavori sono quindi collegati uno all’altro in uno sviluppo continuo che a volte diventa ossessione. L’idea scorre veloce tra una composizione e l’altra, fino ad arrivare ad uno Storytelling infinito con continue varianti estetiche, approfondimenti e inevitabili contaminazioni. 
Lo scatto fotografico, inserito in un progetto più ampio, è il punto di partenza, la riproduzione del reale. Da li inizia l’esplorazione e la dilatazione. 
Il trasferimento dello scatto, di per sé interessante, viene fuso in altre situazioni articolate, molteplici e multiforme che si sovrappongono e si fondono assieme attraverso la manipolazione digitale.
Lo scatto iniziale è stravolto, il significato originale perde i suoi connotati documentali e viene calato in altre realtà che inevitabilmente conducono a spazi interiori di chi li manipola.
Sono quegli spazi accessibili solo all’artista dove si stratificano i sogni e si scatenano le fantasie, dove emergono le proprie esperienze e si propaga il proprio sentire. 
Si intrecciano così l’inconscio dell’artista con  l’artificialità semintelligente delle applicazioni le quali procedono autonomamente in base ad algoritmi generativi e originali. 
L’opera passa naturalmente attraverso la scelta o attraverso l’imposizione della soluzione. 
La casualità, pur sempre consapevole, può essere governata ma può anche essere forma arbitraria di soluzioni definitive. Spesso la casualità a sua volta è fonte di ispirazione nel proseguimento dello Storytelling. 
Tutto questo prende il nome di MobileArt ed ha la presunzione di essere un pensiero estremo della fotografia. Forse l’anello che manca per coniugare il mondo fotografico al mondo dell’Arte in modo indissolubile e senza complessi di inferiorità.
Questo sito rappresenta la sintesi di un percorso artistico maturato in molti anni di passione fotografica. Le immagini contenute nel sito sono il risultato di una lunga ricerca in un continuo addivenire che, negli ultimi anni si è tradotta in mostre, conferenze e con la stampa di molteplici pubblicazioni sia in versione digitale che cartacea. 
Non è la conclusione di un percorso ma l’inizio, una direzione che come dice l’amico d’arte Giancarlo Beltrame è frutto di ossessioni visive che si rincorrono: manichini, scritte indecifrabili, orologi dal tempo congelato o assente, icone, spazi museali, panorami urbani, oggetti quotidiani sottratti dal proprio contesto…ossessioni frullate tutte assieme per poi essere ricomposte significando una sola cosa: “Il non senso del mondo in cui viviamo”. 

MobileArt
(english version)
<< I used tools, smartphones and tablets, originally created for other purposes such as mainly communication between people, such as digital canvases on which to transfer my artistic thought. >>
Imagination, creativity flows quickly between the fingers which in turn become digital brushes through frames and images collected anywhere and which give shape with the help and computing power of photo editing apps to complex work.
The speed of execution allows you to never lose sight of the common thread that unites the various tables. The works are therefore connected to each other in a continuous development that sometimes becomes obsession. The idea flows quickly between one composition and another, up to an infinite storytelling with continuous aesthetic variations, insights and inevitable contaminations.
The photographic shot, inserted in a larger project, is the starting point, the reproduction of reality. From there the exploration and expansion begins.
The transfer of the shot, which is interesting in itself, is merged into other articulated, multiple and multifaceted situations that overlap and merge together through digital manipulation.
The initial shot is distorted, the original meaning loses its documentary features and is lowered into other realities that inevitably lead to the interior spaces of those who manipulate them.
These are spaces accessible only to the artist where dreams are stratified and fantasies are unleashed, where one's experiences emerge and one's own feeling spreads.
Thus the artist's unconscious is intertwined with the semi-intelligent artificiality of the applications which proceed autonomously on the basis of generative and original algorithms.
The work naturally passes through the choice or through the imposition of the solution.
Randomness, while always aware, can be governed but it can also be an arbitrary form of definitive solutions. Often randomness in turn is a source of inspiration in the continuation of Storytelling.
All this takes the name of MobileArt and has the presumption of being an extreme thought of photography. Perhaps the link that is missing to combine the photographic world with the world of Art in an indissoluble way and without inferiority complexes.
This site represents the synthesis of an artistic path matured in many years of photographic passion. The images contained on the site are the result of a long search in a continuous process which, in recent years, has translated into exhibitions, conferences and with the printing of multiple publications both in digital and paper versions.
It is not the conclusion of a path but the beginning, a direction that as the art friend Giancarlo Beltrame says is the result of chasing visual obsessions: mannequins, indecipherable writings, clocks from frozen or absent time, icons, museum spaces , urban panoramas, everyday objects subtracted from their context ... obsessions blended all together and then recomposed meaning one thing only: "The nonsense of the world we live in".

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